Le bugie su ellaOne
E’ riprovevole divulgare informazioni false: si inganna la popolazione e si ingannano i colleghi. E’ ancora più grave se a farlo sono medici che appartengono a Istituzioni prestigiose, quale è il Karolinska Institute di Stoccolma (l’Ente che conferisce i Premi Nobel per la Medicina e la Biologia) e che da questa appartenenza traggono una credibilità di cui non si mostrano degni.
Bugie che riguardano gli effetti sull’ovulazione
Nello studio su ellaOne (UPA, Ulipristal Acetato) Vivian Brache riporta che quando UPA è somministrato al picco di LH, il tempo che passa dall’assunzione all’ovulazione è simile a quello osservato dopo somministrazione di placebo (“when UPA was given at the time of the LH peak, the time elapsed to rupture was similar to placebo (1.54±0.52 versus 1.31±0.48)”).
Ciò evidenzia che uno-due giorni prima dell’ovulazione ellaOne e il placebo si equivalgono: né l’uno né l’altro ha alcuna efficacia. E i pre-ovulatori sono i giorni più fertili del ciclo: quelli in cui si verifica il massimo numero di concepimenti.
Questo dato viene completamente stravolto da Gemzell-Danielsson e Laliktumar del Karolinska le quali, in due articoli del 2013 e citando lo studio della Brache, affermano che anche al picco di LH UPA potrebbe ritardare l’ovulazione di 24-48 ore (“Even on the day of the LH peak, UPA could delay ovulation for 24 to 48 h after administration”) e cioè che il farmaco a quel punto sarebbe ancora efficace, mentre invece si comporta come un placebo e l’ovulazione avviene 24-48 ore dopo, come previsto e senza alcun ritardo.
La stessa informazione falsa in entrambi gli articoli, divulgata con il prestigio del Karolinska Institute. Dettagli e riferimenti bibliografici sono disponibili nel sito, nella Position Paper.
Bugie che riguardano gli endometriali
Ulipristal è un anti-progestinico. Il suo effetto inibitorio sulla maturazione dell’endometrio è diretto ed è legato alla inibizione dei recettori tissutali per il Progesterone (è esattamente lo stesso meccanismo con cui agisce la pillola RU486, il farmaco che si usa per interrompere la gravidanza). In sostanza, ellaOne occupa quelle strutture cellulari alle quali il Progesterone dovrebbe legarsi per poter espletare la sua funzione pro-gestazione. Il progesterone è presente ma non può agire e l’endometrio non diventerà un ambiente recettivo e ospitale per il figlio.
Gli studi sull’endometrio sono stati effettuati utilizzando UPA non micronizzato. E’ assodato che 50 mg di questo preparato equivalgono a 30 mg di UPA micronizzato, e cioè al contenuto ellaOne.
L’assunzione di una sola dose di Ulipristal altera profondamente la recettività del tessuto, sia che essa avvenga prima ancora che inizino i giorni fertili, sia che essa avvenga a metà ciclo nei giorni immediatamente successivi all’ovulazione (a concepimento avvenuto), sia che essa avvenga, infine, proprio nei giorni in cui l’embrione dovrebbe impiantarsi. Questi effetti sono sovrapponibili a quelli osservati dopo somministrazione di Mifepristone (RU486) ma UPA è efficace a dosaggi ancora inferiori. Dettagli e riferimenti bibliografici relativi a questi dati e ai successivi sono disponibili, nel sito, nella Position Paper.
Questa inibizione si osserva anche quando alla donna vengono somministrati dosaggi di Ulipristal di gran lunga più bassi di quanto è contenuto nella pillola ellaOne. La quantità di farmaco sufficiente per alterare l’endometrio, infatti, è inferiore a quella richiesta per cercare di bloccare l’ovulazione. Con ellaOne, dunque, l’endometrio sarà sempre inospitale ed ogni volta che avverrà un concepimento (il caso più frequente) l’embrione, inevitabilmente, non potrà sopravvivere.
In sintesi, le donne che assumono ellaOne dopo un rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo prevalentemente ovulano e possono concepire. Gli spermatozoi saranno già entrati e l’uovo viene liberato: nulla osta al concepimento. L’endometrio, però, è irrimediabilmente compromesso, indipendentemente dal momento in cui ellaOne venga assunto.
Ed ecco le bugie della Gemzell-Danielsson:
In un articolo del 2013, discutendo gli effetti di Ulipristal sull’endometrio quando viene somministrato subito dopo l’ovulazione, essa riporta che UPA non micronizzato, alle dosi di 50 e 100 mg trasforma l’endometrio in un ambiente ostile che impedisce l’annidamento dell’embrione. Contestualmente però l’autrice afferma che il dosaggio utilizzato per la contraccezione d’emergenza non sarebbe in grado di modificare l’endometrio (“Yet, in the doses relevant for EC use (30 mg) UPA has no significant effect on the endometrium”). L’autrice dimentica o tace che ellaOne, 30 mg UPA micronizzato, equivale esattamente ai 50 mg di UPA non micronizzato e di conseguenza non può che avere gli stessi effetti nocivi sull’endometrio. Ma ciò che più colpisce, in questa sequenza, è che nello stesso articolo, poche pagine più avanti, la stessa Gemzell-Danielsson riporta, e quindi riconosce, che 30 mg UPA micronizzato (ellaOne) equivalgono a 50 mg UPA non micronizzato.
Questa stessa falsificazione è ripetuta in una Review del 2014 (Gemzell-Danielsson K, Berger C, Lalitkumar PG. Mechanisms of action of oral emergency contraception. Gynecol Endocrinol 2014;30(10):685-687), nel primo capoverso della pag. 687 (“UPA given in early-luteal phase shows dose-dependent effects with no significant endometrial effects observed follwoing exposure to doses relevant for EC”).
Ma è nelle righe immediatamente successive che la Gemzell-Danielsson supera ogni limite e riporta dati che in letteratura proprio non esistono.
La Gemzell-Danielsson, infatti, citando Laliktumar [29] (Lalitkumar P, Lalitkumar S, Meng C, Stavreus-Evers A, Hambiliki F, Bentin-Ley U, Gemzell-Danielsson K. Mifepristone, but not levonorgestrel, inhibits human blastocyst attachment to an In vitro endometrial three-dimensional cell culture model. Hum Reprod. 2007;22:3031-3037) – articolo che essa stessa deve conoscere bene essendone ultimo autore – scrive testualmente:
“To be able to study the effect of EC on human implantation, an in vitro three-dimensional implantation model has been developed. In this model it has been demonstrated that LNG or UPA at EC concentrations have no effect on the human embryos or endometrial receptivity and cannot impair or prevent implantation [29]”,
che, tradotto, significa:
“Per poter studiare gli effetti dei contraccettivi di emergenza (CE) sull’annidamento umano, si è sviluppato un modello tridimensionale in vitro. Si è dimostrato che LNG o UPA alle concentrazioni usate per la CE non hanno effetti sugli embrioni umani o sulla recettività endometriale e non possono alterare o prevenire l’annidamento [29]”.
Per quanto lo si legga e lo si rilegga, nell’articolo citato di Ulipristal Acetato (UPA) proprio non si parla. UPA non è testato in alcun modo e neppure compare in alcun punto dello studio.
Anche a volersi esprimere con molta benevolenza, ci troviamo davanti a una menzogna non qualificabile e a un inganno intenzionale nei confronti del Lettore e, aggiungerei, dell’intero mondo scientifico. Ma la falsità va ancora oltre ed è anche nella sostanza del messaggio. In quello studio, infatti, il Mifepristone (RU486), gemella di UPA, impedisce l’annidamento di tutti gli embrioni.